Perché i 5stelle non sono né di destra né di sinistra
È una domanda che ci facciamo da molto. C’è una sinistra radicale che per tanto tempo li ha catalogati di sinistra, convincendo anche i media, che a loro volta hanno convinto gli elettori, o quanto meno, i più creduloni. Poi ci sono quelli come noi, quelli che studiano il fenomeno da decenni, e che per alcuni loro tratti, spesso li abbiano ritenuti di destra, a volte anche estrema.
Loro hanno sempre tenuto a dire e ribadire con forza di non essere né di destra né di sinistra. Per una volta oggi forse possiamo dire che loro hanno ragione e noi tutti, torto. I grillini non possono essere né di destra né di sinistra. Per appartenere a uno schieramento, un partito, un movimento, bisogna che abbia un preciso orientamento politico, un progetto definito, dei principi.
Loro non hanno nulla di tutto questo, loro sono tutto e il contrario di tutto. Sono nati sulla base di ideuzze idiote di un comico da 4 soldi, idee che portava nei teatri ricevendo applausi da un popolo pressoché analfabeta e disinformato.
Su quelle idiozie hanno condotto campagne e acquisito consenso. Non dobbiamo però dimenticare che quel popolo, diciamo lo zoccolo duro del grillismo, era ed è composto da qualche centinaio di migliaia di persone. Non dimentichiamo che gli iscritti al sistema Rousseau continuano ad essere 80.000. Questo per dire che quando i fini opinionisti oggi parlano del “malpancismo della base storica del movimento”, parlano del nulla, perché quella base nulla ha a che fare con i quasi 11 milioni di persone che hanno votato M5S alle scorse politiche.
Giusto ieri sera in tv, mi è capitato di sentire la Gruber (in una delle sue domande strabilianti) chiedere a Scanzi, come mai secondo lui, i 5S che si mostrano intransigenti su molti punti su cui non sono disposti a venire a patti con i loro alleati, poi sul tema immigrazione sono sempre così inginocchiati al volere di Salvini.
Scanzi ha risposto semplicemente: “Perché i loro elettori su quei temi sono totalmente d’accordo con Salvini”.
Io non ho particolare stima per questo giornalista, anzi per niente, ma credo che per una volta abbia avuto il coraggio di dire la pura verità.
Noi di Politeca, sosteniamo e documentiamo, inascoltati, questa tesi da anni.
La sintesi è che i 5S sono già nati né carne né pesce, ma solo portatori di demagogia e populismo, a cui nemmeno il Partito dell’Uomo qualunque era arrivato. Oggi però sono un’altra cosa, quei milioni di elettori che hanno aggiunto, esprimono la visione del lato peggiore del Salvinismo. Non per nulla è iniziato il travaso dal M5s alla Lega.
E IL PD?
Il Pd, fa quasi tenerezza, con il nuovo segretario con lo champagne in mano che festeggia il rientro dei voti.
Nicola, di che parli? Il M5s dalle elezioni politiche ad oggi ha perso 12 punti percentuali. La lega ne ha guadagnati 17. Ciò significa che Salvini non solo attinge a piene mani dal M5S, ma anche da altri. Il Pd, ha guadagnato 2 punti, tutto qui. Due punti che può aver ripreso solo dagli ex fuoriusciti, quindi se vogliamo dirla tutta, è un inizio che può anche essere vicino alla fine perché quell’area, nonostante le parolone dei vecchi politici vestiti di nuovo, è sempre più limitata.
C’è qualcosa, nelle analisi di superficie (non questa!) che leggo, che non mi convince proprio, da cortocircuito. Molti dicono che i 5 stelle abbiano agevolato la lega; questo però vuol dire che il messaggio leghista era pronto per essere assorbito dall’elettorato, perché se io andassi al governo con una forza politica che propagandasse il furto negli appartamenti (ipotesi assurda, ma ci capiamo, estremizzo per rendere lampante l’esempio) e io la agevolassi in tutti i modi, le farei solo del male perché veicolerei ancora di più le loro pessime idee e l’elettore ne fuggirebbe.
Giorgio, comprendo perfettamente cosa vuoi dire. Credo che come tu sai bene il problema sia molto più complesso. Oggi sia la Lega che il M5S godono di voti non loro, soprattutto del sud, dove tutti i voti di centro ex Dc e di destra ex An sono stati spalmati su queste due formazioni. Esattamente come a Renzi nel 2014 arrivò al 41% con voti estranei.
In questo nuovo connubio a mio avviso quello che ha portato a casa di meno è Salvini. Certo, i decreti sicurezza, cose che non dispiacciono sicuramente agli elettori M5s. Salvini a mio avviso, per non perdere consensi è stato costretto ad alzare il tiro sulla questione immigrazione. Su questa ha guadagnato qualche consenso in più togliendolo ai 5S.
Il problema è che poi i nodi vengono al pettine, Salvini dovrà scegliere se continuare su questa linea che però gli farà perdere una marea di consensi nel centro-nord o fregarsene e puntare tutto sul sud.
Tutto può essere, ma sinceramente una Leganord che diventa partito del Sud, non so se faccia più ridere o piangere.
La sintesi? Che siamo in un periodo di transizione, probabilmente nel giro di poco tempo non ci sarà più nulla di quello che vediamo oggi.