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Archivio storico di un giornale non più attivo

Caro Calenda ti scrivo

Caro Ministro Calenda,

ci mancavi, sentivamo proprio la mancanza di un altro che quotidianamente sproloquiasse.

Soprassediamo sulle strane cose che affidi a twitter o alla stampa ogni giorno, che ti hanno fatto passare dall’opaco, Ministro in ombra quale eri a Uomo del Giorno, speranza per il futuro, non si sa bene di cosa, di chi.  La cosa ti gonfia a dismisura, alimenta il tuo Ego, ti fa sentire il salvatore della patria, soprattutto del Pd. Partito dove qualcuno ti vorrebbe Segretario, nonostante, tu non abbia mai fatto politica in vita tua, non sei mai stato del Pd e, di fatto, non sei nemmeno ancora tesserato.

Possibile che tu non ti renda conto che la tua fama è dovuta solo al fatto che i Media ti hanno eletto a strumento utile per aggredire il Pd e soprattutto la sua ex segreteria? Forse sì, ma il tuo egocentrismo supera la ragione.

Non c’è ora in cui non dobbiamo leggere una fesseria che dici, ma lasciamo stare. Voglio parlare di una frase che ripeti spesso, che forse è l’unico elemento politico fra tutti i tuoi discorsi e che dovrebbe trarre vantaggio dalla tua esperienza di Ministro. Invece proprio per questo, la trovo allucinante e mi fa pensare che quel Ministero senza la presenza della Bellanova sarebbe stato un disastro.

Estraiamo: ”…Che difenda il posto di lavoro e non il lavoro in sé …”

Io non lo so, ma ti rendi conto della baggianata? Quella frase potevi dirla nel 1930, forse ancora negli anni 60, non oggi. Oggi non puoi difendere il posto di lavoro, perché la storia, la tecnologia, il mondo, corre più veloce del tuo cervello. Oggi se vuoi difendere il lavoro devi correre più veloce dell’evoluzione, arrivare prima e creare posti di lavoro nuovi, non difendere i vecchi. Lo capisci o no che è proprio a causa di questa idea che noi oggi siamo il paese più in crisi di tutti dal punto di vista lavorativo ? Capisci che stiamo difendendo cattedrali nel deserto che non avevano ragione di esistere nemmeno negli anni 70, e lo stiamo facendo con costi altissimi, sottraendo risorse a ricerca ed evoluzione che possano creare nuovi posti di lavoro?

Per dirla terra terra, facciamo esempi. Avremmo dovuto difendere le fabbriche di telefoni fissi, quelle dei telefoni pubblici, i milioni di sviluppatori di foto, le fabbriche di rullini fotografici, gli stampatori delle pagine gialle, i produttori di macchine da scrivere e calcolatrici da tavolo, di carta copiativa, di spinterogeni, di carburatori, mi fermo, potrei andare avanti per ore.  Ma ancora, avremmo dovuto dire a quelle aziende che in prima avevano in ufficio contabilità 50 persone, oggi gliene bastano due, ti vietiamo l’uso di computer, perché dobbiamo difendere i posti di lavoro. Lo stesso dicasi per la produzione, dove in una catena di montaggio prima c’erano 100 operai, oggi un tecnico all’inizio, uno alla fine.

Spero ti sia sufficiente per capire che corbelleria vai sostenendo. Tutto per sentirti più vicino a Landini e darti una pittata di sinistra, tu che di sinistra non sei mai stato?

Ministro, siamo il primo paese in Europa per esportazioni. Primato che non dobbiamo alla politica cieca o ai sindacati nemici dei lavoratori. Lo dobbiamo a imprenditori capaci e dalla vista lunga, che senza alcun aiuto da anni hanno intrapreso la strada giusta. Alta tecnologia, design italiano, prodotti alimentari. Tutto ciò che non ha concorrenza con la Cina, anzi elegge la Cina maggior consumatore di nostri prodotti.

Ecco, se avessimo pensato ad appoggiare iniziative al passo col nostro secolo anzi che sprecare miliardi in aiuto a industrie senza futuro, oggi il problema dell’occupazione sarebbe minore. Altro che difendere i posti di lavoro.

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7 risposte a Caro Calenda ti scrivo

  • Come sempre basta guardare avanti. Non è necessario essere ministro o politico di lungo corso per avere le idee chiare. Difendere le rendite di posizione ( tutti, nessuno escluso,vuoi sindacati o corporazioni o associazioni che siano) ha portato il Paese nella situazione attuale. La solita storia: Il mio è un diritto, solo il tuo è un privilegio. Lo stato snello e moderno serve agli altri, non a me. E di esempi ce ne sono. Basta pensare al disastro del 4 dicembre. In nome di una antipatia personale ( e per molti un malcelato senso di opportunismo) ci si è dati la zappa sui piedi. Basta guardare la situazione attuale. Nulla si muove, se non il mugugno. Fine a sé stesso se poi non ammetti che le soluzioni le hai lasciate cadere.

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  • Condivido l’analisi della lettera di Amato e aggiungo, il PD in questo momento non sente la necessità di sostituire un Renzi con un altro Renzi, nel qualcaso andrebbe benissimo l’usato sicuro! Il PD ora ha la necessità di ritrovare le persone, i territori, le periferie e soprattutto i principi; deve portare a termine un grande progeto di riconciliazione con il Paese e per fare questo non servono i maghetti!

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    • Ti sbagli di grosso il pd e non solo il pd ha bisogno di Renzi.
      Mi guardo intorno e vedo solo mezze cartucce che pensano di poter far politica. La politica co la p maiuscola è cosa seria non da guitti dello spettacolo.

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  • Calenda è nel suo campo un Ministro capace efficace, non a caccia di cronaca, fattivo e sbrigativo. Chi ha scritto qulle cofanata di corbellerie non ha responsabilità di Governo. E’ uno a cui piace avere il premio Pulitzer di FB.

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  • Un articolo pieno di astio costruito solo su una frase ‘estratta’. Non ho letto da nessuna parte che Calenda abbia intenzione di candidarsi alla segreteria mentre invece ho letto della sua proposta sul nome di Gentiloni.
    Insomma, un articolo contro Calenda, inventato su considerazioni e valutazioni a valore ZERO.
    E vedo ancora tanta voglia di gettare veleno fra le fila del PD come se non non ne avessimo già avuto a sufficienza da D’Alema, Bersani e co.

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  • È una analisi interessante. C’è un particolare che pare sfuggire: l’Italua non è più in mano al Pd, ma ad un manipolo di ideologi della decrescita felice, della Flar tax, del reddito di cittadinsnza, della paura e del regresso culturale.

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  • Articolo ben costruito su una analisi di pura teoria, ben rivendibile al mercato delle chiacchiere e dei talk show. Lo passerei a chi professa la decrescita felice. E crede che sia una grande idea chiudere l’Ilva di Taranto, perchè opsoleta, mandando a casa 20.000 operai, anzi no, reimmetterli sul mercato delle start up e nutrirli delle chiacchiere di Di Maio!

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