CONTINUA IL DIBATTITO SULLA CRISI DEL PD
Il Pd non esiste più, il Pd è fuori dalla scena politica, ma è sempre al centro di ogni dibattito, è sempre il topic di ogni Talk-Show.
Molti ce lo portano per rigirare il coltello nella piaga, molti solo per far dire a qualcuno che è tutta colpa di Renzi, anche se piove.
A volte si entra nel merito, vedi le interviste a Calenda e a Gentiloni e allora si sfarinano tesi, ricette, progetti, tra i più disparati e quasi sempre contraddittori.
Calenda sogna il Fronte Repubblicano. Di chi? Dell’ex Pd aggiunto a quelli che hanno fatto di tutto per farlo perdere? Parla di scioglimento del Pd, di costituzione di un nuovo partito. Quando gli chiedono: dovrebbe cambiare un’altra volta nome? Dice no, per carità. Cioè come se Pds, Ds, e Pd non avessero in pratica solo cambiato nome.
Gentiloni no, è contro lo scioglimento del partito. Parla di rifondazione. Mah.. Su che basi? Di una grande alleanza. Quando gli chiedono: con Leu ? tergiversa, non risponde. Che poi, pensateci, alleanza con Leu, fa ridere, non è un partito, è un nonnulla formatosi per le elezioni per far perdere il Pd. Puoi fare affidamento sul fatto che esisterà ancora fra 5 anni?
Ma non è solo questo, parliamo proprio di queste tanto evocate “ALLEANZE”, a parte, appunto, che le alleanze si fanno in campagna elettorale, non due mesi dopo il voto, ma che significa alleanze, che significa quel termine “largo” che è sempre sulla bocca di tutti?
Un’alleanza si fa prima di tutto con chi ha una linea politica abbastanza simile alla tua e degli obiettivi comuni, ma soprattutto la fai con chi ha numeri simili ai tuoi. Vedi Cdx, non ce l’hanno fatta, ma se la Lega avesse avuto i voti di oggi o se Fi non avesse perso tutti quei voti, avrebbero vinto e sarebbe stata una maggioranza coesa, . Ma avrebbero vinto perché formata da due partiti consistenti.
Pensate un po’ invece se fosse andata in porto la coalizione con Leu, cosa sarebbe successo? In teoria avrebbe totalizzato poco più del 21% nella pratica, con ogni probabilità avrebbe realizzato molto meno, perché molti elettori Pd non avrebbero gradito un’alleanza con Leu e viceversa. Quindi, un’alleanza assolutamente inutile, solo nociva.
Allora di che parliamo? Non sarebbe ora di lasciare la matematica e parlare di politica?
Quindi, prima di tutto decidere una linea politica, un progetto, perché il problema è lì, oggi esiste una differenza sostanziale di obiettivi, non solo tra Pd e Leu, ma anche dentro al Pd stesso.
C’è chi ci racconta, che il Pd deve ricominciare a parlare con il linguaggio della sinistra e riunire intorno a questo concetto una grande adunata. Nessuno ricorda D’Alema e che questo era il suo obiettivo, di cui era largamente convinto? Cosa altro serve per capire che quell’area, tanto cara ai media, agli intellettuali, agli opinionisti, rappresenta quel 3% recuperato da Leu e non un punto di più?
L’area che è veramente orfana, abbandonata, soprattutto oggi con un Pd così allo sbando e senza guida, è l’area liberaldemocratica.
Quell’area potrebbe raccogliere tanti sbandati, senza casa e soprattutto quelli che delusi da tutto sono rimasti a casa.
Ci sono due però. Un progetto tale, ha bisogno di tempo, deve partire da zero, deve crescere con gli anni. Oggi non ci sono le condizioni, rassegniamoci, viviamo nell’epoca del populismo più sfrenato, passerà, ma ci vorranno anni, oggi c’è posto solo per chi in questo campo ci lavora da anni e oggi raccoglie i frutti.
Il secondo però, è il più importante: il Pd è in grado di intraprendere una strada simile?
Può veramente rifondarsi senza scrollarsi di dosso, quel lerciume, quel popolo di arrivisti, presente ancora nei territori?
Intanto per il momento vediamo solo una inutile discussione sulla data di un inutile congresso.