NOTIZIE DAL MONDO – Cap. 6
La coalizione saudita-emiratina ha attaccato gli Houti nel nord-ovest, a Sa’dah. Nei combattimenti è stata danneggiata un’importante struttura idrica, 10.500 persone non hanno più accesso all’acqua. Attaccare gli impianti idrici è uno dei tanti crimini di guerra che si compiono in Yemen. Si calcola che, dall’inizio della guerra, 8,6 milioni di bambini abbiano perduto l’accesso regolare all’acqua.
La conquista del porto di Hodeida da parte della coalizione a guida saudita sta mandando in carestia il Paese ed ha innescato la reazione dei ribelli Houti, che hanno attaccato due petroliere saudite negli stretti di Bab el Mandeb. Gli stretti di Bab el Mandeb sono un corridoio strategico per il traffico mondiale dell’energia. L’Arabia Saudita ha temporaneamente sospeso il traffico navale negli stretti. D’ora in poi le superpetroliere, per portare il greggio in Europa, dovranno circumnavigare l’Africa, con conseguente aumento del prezzo del petrolio. Gli Houti hanno anche attaccato l’aeroporto di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, pare con un drone armato. Quell’aeroporto in questo periodo pullula di turisti di tutto il mondo, perché Abu Dhabi è uno scalo obbligato per i voli da e per l’Asia. Al momento non ci sono notizie sugli effetti dell’attacco.
LIBIA:
ISIS dà nuovamente segno di sé. Hanno attaccato la città di Al Aghelia, che è nella zona dei terminal petroliferi. La città è stata “presa” per alcune ore e razziata, poi le bandiere nere sono di nuovo sparite nel deserto. Era da un po’ che in Libia l’ISIS non riusciva a compiere un’azione militare di questa portata. Non è buon segno.
AFGHANISTAN:
Siamo qui a raccontare non una battaglia tra l’ISIS e le coalizioni che lo combattono, ma di un derby jihadista: distretto di Jowzjan, nell’estremo nord del Paese, battaglia campale tra Taliban e gli uomini del Wilayat Khorasan (ISIS), alla fine si son contati 250 morti. Il giorno dopo l’ISIS ha attaccato il funerale di un Taliban rimasto ucciso nella precedente battaglia, uccidendo 15 Taliban. Allora i Taliban hanno scatenato la caccia all’uomo in tutto il quadrante. Sembrerebbe (ma verificare le notizie è difficile) che l’ISIS si stia spostando dalla sua base storica, il distretto di Nangarhar, a quello di Kunar, per potersi meglio infiltrare in Pakistan.
SIRIA:
Alla fine Quneitra è stata presa senza colpo ferire, è stato fatto un accordo – il solito accordo – per cui le milizie irriducibili sono state trasferite nella provincia di Idlib, a nord, con famiglie ed armi leggere al seguito. Gli occhi di tutti si stanno puntando su Idlib, l’ultima zona della “Siria Utile” ancora in mano alle milizie. Sul distretto di Idlib la Turchia esercita una specie di protettorato politico-diplomatico. Erdogan è preoccupato, dice che le cose “non stanno andando bene”. La Turchia ha fortemente condannato la campagna militare che ha portato il regime di Al Asad a riconquistare la provincia di Daraa, Erdogan ha dichiarato “Se Idlib verrà attaccata gli accordi di Astana sono da considerarsi finiti”; vedrà Putin oggi o domani, a Città del Capo.
In realtà non tutta la provincia di Daraa è stata riconquistata, rimane in armi un enclave dell’ISIS sul confine giordano. Combatteranno fino alla morte. Ieri ISIS ha attaccato la città drusa di Suweida, sapete tutti del macello kamikaze che ha fatto 250 morti. A chi scrive risulta però che a Suweida non c’è stato solo un attentato, ma un vero attacco militare dell’ISIS, che ieri a metà giornata aveva conquistato diversi villaggi a nord di Suweida, verso sera l’esercito siriano aveva riconquistato parte del terreno perduto. La battaglia per liberare il distretto di Daara dall’ISIS potrebbe essere ancora lunga, il nome da segnarsi in agenda è Tasil, dove l’ISIS è trincerato.
A sud-est le milizie a guida curda continuano ad avanzare contro l’ultimo territorio ancora in mano all’ISIS, l’ISIS sembrerebbe essere vicino al collasso, la battaglia finale (che probabilmente sarà ad Hajin) non è lontana.
ISRAELE:
Fronte sud. I giornali stanno dicendo che è stata raggiunta una tregua tra Hamas e lo Stato Israeliano, il vostro fornitore di vietnam vi sconsiglia di crederci. Hamas ha iniziato “la guerra dei cecchini”, e non pare intenzionata ad interromperla. Costa poco e fa danni. Un militare israeliano morto ed uno ferito negli ultimi tre giorni. Fronte nord. Che Israele stesse per tirare una bastonata era nell’aria, prima c’è stato un oscuro confronto tra missili siriani ed israeliani, poi il precipitarsi dei russi in Israele per un confronto ai massimi livelli con gli israeliani, poi è arrivato l’abbattimento di un caccia Sukhoi siriano. I giornali riferiscono di proposte russe per allontanare le milizie iraniane a 70km dai confini del Golan, che poi son diventati 40, poi 30, adesso 100; chi vi scrive, a questo “gioco dei chilometri” che sui giornali va avanti da mesi, guarda con parecchio distacco. Il fatto è che Israele sostiene di aver le prove dell’inserimento delle milizie Hezbollah direttamente nei ranghi dell’esercito siriano, e visto che l’esercito siriano adesso è arrivato ai confini del Golan, questo vuol dire che Israele ha Hezbollah sulla porta di casa, non solo più sul confine Libanese, ma adesso anche su quello siriano. Staremo a vedere.