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Archivio storico di un giornale non più attivo

NOTIZIE DAL MONDO – cap. 9

SIRIA: Abbattuto un aereo Russo.

C’è stato un attacco di bombardieri israeliani contro un deposito di armi destinate alle milizie filo-iraniane Hezbollah situato nel porto Siriano di Latakia. La contraerea Siriana ha reagito ed ha abbattuto per errore un aereo Russo Ilyushin Il-20 che passava da quelle parti. L’aereo Russo aveva 15 militari a bordo. Tutti morti.
La Russia accusa ufficialmente Israele di essere il responsabile dell’accaduto. Israele nega e dice che l’unica colpa è della contraerea Siriana.

La versione Russa:
Israele ci ha avvertito dell’attacco soltanto un minuto prima dell’attacco stesso.
Ci ha detto che l’attacco sarebbe avvenuto nel nord della Siria, invece l’attacco è avvenuto nella Siria occidentale.
Dopo l’attacco gli aerei Israeliani hanno continuato a volare davanti alle coste Siriane, con il risultato che la contraerea Siriana ha scambiato l’aereo Russo, che in quel momento volava alla distanza di 35 chilometri dalla costa, per un F-16 Israeliano e lo ha abbattuto.

La versione Israeliana:
Abbiamo avvertito i Russi dell’attacco ben più che un minuto prima, il tempo per prendere le contromisure lo avevano.
Non è vero che dopo l’attacco abbiamo continuato a volare davanti alle coste Siriane, siamo immediatamente rientrati nello spazio aereo Israeliano; il fatto è che la contraerea Siriana, per 20 minuti dopo l’attacco, ha sparato selvaggiamente missili in tutte le direzioni, senza guardare a cosa sparava, e in questo modo ha abbattuto l’aereo Russo.

Un passo indietro:
C’è un tacito accordo tra Russia ed Israele per la guerra in Siria. Israele colpisce in territorio Siriano le milizie iraniane e filo-iraniane e la Russia li lascia fare. 
Un alto ufficiale dell’esercito Israeliano ha recentemente dichiarato che, nell’ultimo anno e mezzo, gli attacchi Israeliani in Siria sono stati circa 200.
Dicevamo dunque che Israele attacca e la Russia lascia fare. Questo “lasciar fare” è regolato da veri e propri accordi militari, pattuiti nel 2015 tra i due stati, e funzionano all’incirca così: Israele avvisa i Russi con un certo anticipo che sta per attaccare in Siria e indica la zona, se i Russi hanno dei mezzi militari nell’area – come nel caso dell’aereo da ricognizione abbattuto – li tolgono di mezzo, in modo che nessun Russo si faccia male.

Il cuore dello scontro tra le versioni Russa e Israeliana è proprio questo: i Russi dicono che gli Israeliani hanno violato gli accordi militari del 2015, gli Israeliani dicono di averli rispettati.

Cosa succederà?
È ragionevole aspettarsi che d’ora in poi i Russi non permetteranno più agli Israeliani di colpire gli Iraniani in Siria.
Come? Attivando i propri sistemi di contraerea di ultima generazione S-400, che hanno una performance dichiarata notevole: 500 km di range di avvistamento radar e capacità di rilevamento dei caccia intrusori con tecnologia stealth, e anche fornendo direttamente ai Siriani il più evoluto Sistema S-300.
Succederà davvero? Funzionerà? E a questo punto, Israele quali contromisure prenderà? Lo vedremo.

LIBIA: Continua la Battaglia di Tripoli

Un passo indietro:
sotto l’egida dell’ONU, il 17.12.2015, a Skhirat, in Marocco, viene firmato un accordo di pacificazione nazionale, che consiste nella formazione di un governo di unità nazionale presieduto da un uomo indicato dall’ONU stessa: Fayez Mustafa al-Sarraji.
In quel momento in Libia ci sono due parlamenti, uno a Tripoli ed uno a Tobruk. L’idea dell’ONU è che essi ratifichino questa decisione, ma nessuno dei due parlamenti voterà mai la fiducia al Presidente al-Sarraji. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU comunque riconoscerà il governo formato da al-Sarrajicome unico governo legittimo della Libia.
Per insediarsi a Tripoli al-Sarraji dovrà fare accordi con le milizie che la controllano a colpi di mitra. Dopo varie vicissitudini, la sicurezza nella Tripoli di al-Sarraji verrà gestita da quattro milizie. Le altre milizie verranno gradatamente espulse dalla capitale.

Attualmente le quattro milizie che controllano la capitale sono considerate “milizie privilegiate”, si dividono le ricchezze più importanti, acquisiscono lettere di credito bancario con le buone o con le cattive, infilano i loro uomini nei ministeri ecc…
Alla fine di agosto un gruppo di milizie al cui vertice c’è la Settima Brigata “Kanyat” entra in aperta rivolta contro le quattro milizie che controllano la capitale. Da allora si contano i morti, i feriti, i dispersi ed i bombardamenti degli attaccanti: bombardamenti indiscriminati, missili e colpi di mortaio tirati a caso sulle abitazioni di Tripoli.
Il gruppo di milizie ribelli ufficialmente chiede “solo” di sciogliere le milizie che in questo momento controllano Tripoli, “perché sono corrotti”, ecc… La composizione di questo raggruppamento di milizie ribelli è parecchio disomogeneo e, a guardar bene, le loro rivendicazioni lo sono altrettanto e forse un po’ meno nobili. La già citata Settima Brigata “Kanyat” (guidata dai tre fratelli al-Kani) ha la sua base nella cittadina di Tarhouna, una novantina di chilometri di automobile a sud di Tripoli. Molti abitanti dei quartieri sud di Tripoli sono gente di Tarhouna emigrata nella capitale e pare che per questo motivo, da tempo, la Settima Brigata rivendica il controllo di quei quartieri. Accanto alla Settima Brigata troviamo il “Gruppo Islamico di Combattimento”, costoro hanno dei compagni imprigionati nel carcere dell’aeroporto di Mitiga, e vogliono riconquistare l’aeroporto per liberarli… Insomma, a vederla dal di fuori la battaglia di Tripoli sembra più che altro un mega-scontro tra cosche mafiose. Naturalmente ci si domanda se dietro alla rivolta ci sia una orchestrazione di più alto livello: forse il mandante è il Feld-Maresciallo Haftar, l’uomo forte della Cirenaica che un giorno sì e l’altro anche minaccia di “marciare su Tripoli”? Lui giura di no, almeno per oggi. C’è forse una manovra della perfida Francia che vuole distruggere gli interessi italiani in Libia? Alcuni commentatori dicono che “c’hanno un amico che gli ha detto così”, chi vi scrive di “amici” non ne ha e sta a guardare cosa capita. Una cosa però è certa: il Governo di al-Sarraji sta dimostrando di non aver saputo imporre la propria autorità sulla Tripolitania e la situazione a Tripoli è tragica. Ci sono solo più tre depositi di combustibile ancora intatti in città, poi Tripoli rischia di restare senza benzina e senza gasolio.
Un’ultima notizia, pare che le milizie di Misurata – quelle che hanno sconfitto l’ISIS a Sirte –  abbiano deciso di appoggiare gli insorti di Tripoli… almeno io ho capito così, due fonti di informazione libiche anche… ma una importante Agenzia di Informazioni italiana ha capito esattamente il contrario. Il testo della dichiarazione delle Milizie di Misurata secondo me è in un inglese da brividi e lascia dubbi interpretativi. Personalmente ho scritto direttamente alle milizie di Misurata per vedere se mi tolgono il dubbio, per ora non mi hanno ancora risposto. Se mi rispondono ve lo faccio sapere, alla prossima puntata.

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